Aeroporto Catullo – I miracoli dei numeri

 
 

I sordi sentiranno e i ciechi vedranno

Il fragore provocato dall’articolo di ieri (http://www.veronanews.net/aeroporto-catullo-tosi-semo-nei-guai/) è stato assordante e qualcuno ha dubitato della fondatezza delle fonti.

Non siamo dei segugi, ma amiamo approfondire gli argomenti e una ricerca mirata ha dato i frutti che teniamo in conserva, analizzando punto a punto quanto accaduto, per veder finalmente maturare “la caduta degli dei”.

Nessuno commenta pubblicamente, e pubblicamente ammette di leggerci, ma in privato si scatena la corsa alla pacca sulla spalla, spaccato della vita veronese che in pubblico alza al massimo il sopracciglio ed in privato “tromba a manetta”.
Tantè.
Veniamo ai numeri del famigerato “Master Plan” tanto pubblicizzato da Fracchia e Salz Man nel 2014 e ad oggi lettera morta.
Il Master Plan è stato redatto dalla One Works S.p.A., società di Milano e Venezia, che guarda caso è la medesima usata da SAVE per i propri Master Plan di sviluppo.

Il Master Plan fa un ampio preambolo con indicazioni di sviluppo aderenti al precedente Piano Industriale e poi le smonta pezzo per pezzo, dichiarando, tra le altre cose, che lo sviluppo (già previsto e pubblicizzato con conferenza stampa alla presenza dell’ex sottosegretario all’economia Alberto Giorgetti – ndr) verso la Margherita Nord non è possibile perché area dell’aeronautica militare.
Opperbacco! Ma non c’era un contratto con la società Difesa e Servizi S.p.A. (società creata ad hoc dal Ministero della Difesa per la dismissione di beni di proprietà – ndr) per la locazione ventennale dell’area?

Il Master Plan cita: ”Considerazioni finali in merito alle alternative progettuali considerate
Le alternative sopra descritte sono state via via scartate per vari motivi; di seguito i principali:
– la contrazione del traffico aereo, che ha determinato un ridimensionamento delle previsioni di traffico e, di conseguenza, dei servizi necessari per i passeggeri e delle infrastrutture di servizio al volo (pista di decollo / atterraggio, vie di rullaggio, piazzali di sosta, …)
– l’indisponibilità di alcune aree in quanto appartenenti all’aeronautica militare;
– Il maggior impatto sulle aree esterne al sedime aeroportuale, compresa la necessità di espropriare alcune aree con diversa destinazione d’uso (agricola, residenziale);
– Il maggior impatto generato dall’attività del nuovo terminal in area Nord ipotizzato verso l’area di competenza del Comune di Sommacampagna;
– Il maggior impatto generato con la creazione di nuovi piazzali di sosta aeromobili, in particolare sull’abitato di Villafranca.
In definitiva gli interventi previsti nell’attuale PSA sono stati individuati come quelli strettamente necessari a garantire un adeguato livello di servizio in relazione alle previsioni di traffico mutate, senza determinare impatti significativi sia in termini di modifica dell’uso del suolo sia di emissione di inquinanti”. (www.va.minambiente.it/File/Documento/162336)

E quindi snocciola numeri relativi alla contrazione del traffico, allo spostamento del mercato verso il low cost indicando, tra l’altro che la massa di traffico superiore al 50% era sviluppata da Londra Gatwick, Parigi C.d.G, Francoforte e Monaco d. B., tutti hub che via via sono stati ridotti in numero di passaggi.

Numeri impietosi di sviluppo, per corroborare la riduzione dei passaggi, indicando che pur salendo il traffico, e stando al Master Plan nel 2030 i passeggeri non supereranno i 6 milioni, quindi i 60 mila passaggi anno…, allora perché ridurre la capacità a 42 mila?

Perché fanno troppo chiasso, sembrerebbe.
Peccato che gli aeromobili indicati dall’incolpevole Ing. Redolfi siano gli MD-80, e nel Master Plan si parli di Airbus, e Boing che hanno una rumorosità più contenuta.
Peccato che siano previste rotte di decollo e atterraggio meno impattanti in materia acustica.
Quindi di cosa stiamo parlando?
Della malcelata volontà di arrivare a strozzare il traffico, già capitozzato con la riduzione dei voli per gli Hub di riferimento (Parigi addirittura sostituito con un volo verso Orly ormai al collasso per il buco di passeggeri –ndr), e lo spostamento verso low cost che non garantiscono collegamenti alle maggiori città per l’ingresso a Verona, ma che garantiscono voli verso ridenti cittadine della Grecia, o di altre località feriali, dalle quali non arrivano passeggeri “nobili” che vengano in città a spendere, o che cerchino alloggio nella provincia per visitarci.
A questo è servita la Commissione Ambiente Aeroportuale, a concludere l’iter aperto con il Master Plan e condiviso dai Comuni di Sommacampagna e Villafranca, che, miopi, vedono nella riduzione del numero di voli, la possibilità di espandere le zone edificate, non essendo necessario avere zone di salvaguardia intorno all’aeroporto più grandi delle attuali.
Il “sistema” ha quasi funzionato.
Quasi perché ce ne siamo accorti ed anche chi ora comanda la città si sta muovendo per garantire che il Doge torni in laguna, a giocare con secchiello e paletta per costruirsi la seconda pista che ha promesso ai Fondi investitori per arrivare a duplicare il suo traffico.
Quasi perché, nonostante le minacciose e minacciate querele, abbiamo dato nota di come nel 2016 inconsapevoli interpreti siano stati guidati da chi aveva interesse verso una decisione che avrebbe castrato il Catullo.
A leggere i dati ENAC (https://www.enac.gov.it/aeroporti_e_compagnie_aeree/aeroporti_italiani/master_plan/index.html) sembrerebbe che per Brescia fosse stata data l’approvazione tecnica dall’Ente per l’investimento di sviluppo di 113 milioni, e per Verona fosse in corso la conformità urbanistica per l’investimento di 134 milioni.
Ma si sa che Riggio (Enac President) è uno degli amici del Doge.
A leggere invece i dati di uno studio indipendente Landlab, che ha valutato l’impatto acustico, tra i documenti del Comune di Sommacampagna (https://www.comune.sommacampagna.vr.it/dam/jcr:7a23a046-151b-4250-9554-c52fe5166897/Allegato%20C.pdf) si evidenzia come non sussistano problemi nel raggiungere lo sviluppo aeroportuale con un target a 8 milioni di passeggeri, adottando pochi e semplici accorgimenti.
A chi giova quindi?
A chi ha interessi fuori dalla provincia (Doge) e a chi li ha nella provincia, ma di genere immobiliare (Comuni limitrofi).
L’escamotage dell’impatto acustico era quasi buono.

Molto rumore per… qualcosa.

Miracolo!

 
 
33 anni, parte di questi trascorsi inutilmente nel tentativo di scrivere una biografia seria e sensata. Forse questa è la volta buona (lo dico sempre!). Italiano e veronese, amante della comunicazione con ogni mezzo e a (quasi) ogni costo. Hellas Verona nelle arterie, musica jazz e le parole di un caro amico al momento giusto. Con la famiglia di VeronaNews per dare il meglio di me alla città che più amo al mondo.

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